Il mito dell'inquietudine umana, del giro della prigione, del desiderio di conoscenza che spinge al viaggio, di un altrove che non può non essere visto e non può non nascondere tesori e rinascite si è infranto a Lampedusa, in un braccio di mare che per molti si è trasformato in dolore, sofferenza e morte. Giulio Gasperini usa il linguaggio della poesia per raccontarci una storia che conosciamo, ma che spesso non vogliamo stare sentire: troppo grande l'indifferenza che protegge dalle responsabilità, troppo breve lo sdegno, troppa l'impotenza che si rifugia nell'oblio. Così il migrante diventa clandestino, il profugo assume i tratti del questuante, chi chiede asilo ha l'onere della prova senza la quale nessuna violenza, tortura, persecuzione esiste o è mai esistita. La cinque sezioni in cui si divide Migrando sono tappe di avvicinamento all'umanità in movimento e mostrano ragazzi, uomini, donne, bambini, “persone” sottratte al calcolo freddo degli sbarchi, viste fuori da quel “fenomeno migratorio”che inquieta e spaventa in nome di una xenofobia antica e mai superata. L'uso frequente della prima persona allontana il rischio del fotogramma muto, porta il discorso poetico oltre la denuncia di ciò che accade e non dovrebbe accadere e diventa autoritratto, testimonianza, diario di un'esperienza estrema, fatta di sradicamento e nostalgia, di spavento e di speranza. Dal suo lavoro come operatore di un Centro immigrati Giulio Gasperini trae la forza e la capacità di raccontare, senza retorica alcuna, la lotta quotidiana dei migranti per vedere riconosciuti i propri diritti, diritti non a caso definiti “umani” e “universali” eppure troppo spesso ignorati qui come altrove. Si intreccia alla richiesta di giustizia per lo straniero, la lucida consapevolezza di una condizione condivisa di irrequietudine che fa dello spostamento, del viaggio, della migrazione un tratto distintivo degli esseri umani di ogni tempo e luogo. In tutto questo la parola poetica appare necessaria, forse l'unica capace di restituire verità fuori dal mare di menzogne e semplificazioni che ci circonda.