“La cosa più importante che abbiamo imparato da Foucault è che il corpo vivente (e dunque mortale) è l’oggetto al centro di ogni politica. Non esiste politica che non sia una politica dei corpi. Ma per Foucault il corpo non è un organismo biologico già dato sul quale il potere agisce in un secondo momento. Il compito dell’azione politica consiste proprio nel fabbricare un corpo, nel metterlo al lavoro, nel definirne le modalità di produzione e di riproduzione, nel prefigurare le modalità di discorso con cui questo corpo s’immagina fino a quando non è in grado di dire IO”. (Paul B. Preciado)
"solo i diritti civili - cioè i diritti di cui i cittadini godono in uno stato liberal-democratico - danno 'forme di norme tangibili agli eterni diritti umani', anche perché 'nessuno sembra in grado di definire con sicurezza che cosa sono realmente questi diritti umani generali, cioè distinti dai diritti dei cittadini'." (Sante Maletta che spiega e cita Hannah Arendt e un passaggio de Le origini del totalitarismo).
"La letteratura, come tutta l'arte, è la confessione che la vita non basta". (Fernando Pessoa)
"Noi siamo racconti che raccontano racconti". (Fernando Pessoa)
“Per avere un’economia di opulenza c’è bisogno di una politica di oppressione. Non si scappa.” (Alex Zanotelli, Korogocho).
"Bisogna trattare con cura le parole. Non ripeterle a ogni piè sospinto. Né usarle a casaccio, l'una per l'altra, raccontando bugie. Altrimenti si logorano. E, a volte, è troppo tardi per salvarle". (Erik Orsenna, La grammatica è una canzone dolce).
"Il nostro ottimismo in effetti è ammirevole, anche se siamo noi stessi a dirlo. La storia della nostra lotta è finalmente nota. Abbiamo perso la nostra casa, che rappresenta la familiarità della vita quotidiana. Abbiamo perso la nostra occupazione, che rappresenta la fiducia di poter essere di qualche utilità in questo mondo. Abbiamo perso la nostra lingua, che rappresenta la spontaneità delle reazioni, la semplicità dei gesti, l'espressione schietta dei sentimenti. Abbiamo lasciato i nostri parenti nei ghetti polacchi e i nostri migliori amici sono stati uccisi nei campi di concentramento, e questo ha rappresentato la devastazione del nostro mondo privato". (Hannah Arendt, Noi rifugiati)
Il virus non fa che riprodurre, materializzare, estendere e intensificare per l’intera popolazione le forme dominanti di gestione biopolitica e necropolitica già esistenti. Ogni società può dunque essere definita dall’epidemia che la minaccia e dalla sua organizzazione quando si manifesta". (Paul B. Preciado)